Entanglement

come cambia il nostro modo di vedere l'universo che ci circonda

Una delle sfide più importanti della scienza odierna e che racchiude in sè più settori di studio è quella dell'Entanglement.


 

Ma che cos'è l'Entanglement?


E' stato dimostrato che una stessa particella che passa attraverso una "fenditura", la attraversa dividendosi e trovandosi in due posti contemporaneamente, tuttavia 
rimanendo una ed una sola; è come se la particella si sdoppiasse e sapesse di doverlo fare.


Nel regno quantistico questo fenomeno viene chiamato Entanglement.


Perchè esso avvenga la particella viene informata in modo "non-locale", ciò significa che le particelle vengono influenzate da un piano invisibile non manifesto 
nella nostra realtà tangibile e materiale.


Questo mondo astratto appartiene alla meccanica quantistica, disciplina che studia le relazioni fra particelle, quindi dell'infinitamente piccolo impossibile da notare ad occhio nudo;
è qui che l'Entanglement trova la sua collocazione. 

 

In uno studio è stato verificato che se noi considerassimo la stessa particella sdoppiata e prendessimo solamente una delle due "gemelle", i cambiamenti avvenuti ad una delle due particelle porteranno gli stessi e medesimi cambiamenti all'altra a qualunque distanza esse si trovino; è come se le due particelle fossero una sola ed unica. 

E' stato inoltre dimostrato, sull'onda di queste scoperte, che due particelle che hanno interagito fra di loro, una volta separate anche a distanze
grandissime, nel momento in cui effettuiamo delle operazioni su una di esse l'altra non modificata direttamente subisce la stessa variazione istantaneamente.


In un altro esperimento è stato notato come non solo due particelle posso essere messe in condizione di entanglement, ma anche un numero maggiore.

Come abbiamo visto l'Entanglement è una caratteristica relativa solamente alla meccanica quantistica (a livello atomico) e avviene solamente in caso ci sia stata
interazione fra particelle, è quindi lecito pensare che non tutte le particelle dell'universo siano correlate fra di loro?


C'è da dubitarne per una serie di ragioni:


1)  La modalità con la quale si è formato l'universo;


2)  la presenza di particelle virtuali nel vuoto quantistico.


Molti fisici ritengono che l'universo sia un tutto intrinsecamente entangled senza perdita di informazione: se accettiamo per vera la teoria del Big Bang allora
15 miliardi di anni fa l'universo sarebbe stato concentrato tutto in un punto di densità, quindi vi sono valide ragioni per ritenere che in quel periodo tutte le
particelle fossero tra loro entangled.

A questo è lecito chiedersi se sia rimasto dell'entanglement iniziale, sparso nell'universo.


Secondo correnti di pensiero di fisici teorici le proprietà di entanglement si troverebbero libere in natura, in particolare nel vuoto quantistico: ovvero un regno invisibile dove si
scende ad una dimensione 10 alla -33 cm (lunghezza Planck).


Si sa per certo inoltre che il nulla non esiste, bensì il "Nulla" sarebbe in realtà un ribollire di energia che interagisce in continuazione con il nostro universo.


Come afferma il principio di indeterminazione di Heisenberg le particelle elementari sono connesse con tutte le altre particelle nell'universo, quindi non è affatto
irragionevole pensare che le particelle virtuali potrebbero essere entangled con le particelle nel nostro universo e funzionare come mediatrici nell'interezza dello stesso.


Non dimentichiamo che il legame dell'entanglement non è energia ma bensì informazione trasmessa, questa informazione quindi viaggerebbe istantaneamente da un punto
all'altro nell'universo, grazie alla mediazione delle particelle virtuali.

Dopo la riforma della meccanica quantistica, avvenuta dal fisico Bohm, la realtà sarebbe una specie di ologramma: questo significa che se spezzettassimo una pellicola
dell'ologramma in elementi più piccoli otterremmo sempre la stessa figura globale, in sostanza il piccolo contiene il grande in ogni sua parte.


In tal modo sussiste una connessione all'interno dell'universo, le particelle non comunicano tramite segnale, ma coesistono in un unico ologramma che le informa in
maniera istanteanea ovunque esse si trovino nell'universo.


In altre parole ciò che governerebbe realmente l'universo sarebbe proprio il vuoto quantistico.


La cosa sconvolgente è che l'essere umano sembra proprio un universo in miniatura inteso in senso Bohamiano, l'unica grande differenza fra universo ed uomo è che
mentre il corpo dell'universo (le sue particelle) sembra cogliere a ogni istante le informazioni inviate dal vuoto quantistico, l'uomo pur cogliendole non è in grado
di decifrarne il significato più profondo.

Se la concretezza che percepiamo nel mondo è solo una realtà parziale, allora è da rivedere il nostro concetto di realtà obiettiva osservabile!
Il medico ricercatore Andrew Newberg afferma che: il nostro cervello riceve 400 miliardi di Bit al secondo di informazione, ma noi siamo consapevoli solo di 2000 bit
al secondo, la realtà si esplica in ogni momento nel nostro cervello e noi la riceviamo, ma essa non viene assimilata. 

I misteri dell'entanglement non ci sono apparsi come un sogno nella nostra psiche, ma nei nostri laboratori di ottica quantistica, biofisica e di neurofisiologia.

 Si può quindi ipotizzare che, una volta padroneggiato ed assimilato questo meccanismo di "collegamento" particellare l'essere umano potrà, in un futuro,
connettersi ad un'altra persona a lui cara in qualsiasi parte del mondo essa si trovi ed in qualsiasi momento.


Secondo il famoso psicologo Carl Gustav JUNG l'inconscio collettivo (da lui coniato) rappresenta un contenitore psichico universale, vale a dire quella parte
dell'inconscio umano che è comune a quello di tutti gli altri esseri umani. Esso contiene gli archetipi, cioè le forme o i simboli che si manifestano in tutti i popoli
di tutte le culture.

Sarà quindi fondamentale, sempre di più, costruire legami forti e indissolubili con le persone che ci circondano per poter apprezzare questa affascinante connessione.

In un futuro, speriamo non troppo lontano, non avremo più spazio per l'odio ed il rancore, ma solo per la compresione ed il rispetto in modo da poter giovare di questa nuova scoperta che oggi ci sembra così poco applicabile rispetto alla nostra realtà di tutti i giorni.

Alla luce di quanto appena detto non è assurdo pensare che tutto ciò un giorno venga dimostrato data la natura dell'entanglement e dell'universo stesso.

 

Giacomo Pozzati

 

Tirocinante Unimpiego Confindustria Romagna

Laureando in Amministrazione e gestione di impresa

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