Pensi di comunicare solo con le parole?
Ti sbagli.

Ogni individuo parla, interagisce e compie gesti inconsci nell’atto dell’esprimersi. E’ importante, oltre che nella sfera privata di una persona anche in quella lavorativa, saper comunicare o, ancora meglio, saper comunicare con successo. Tengo a precisare che la comunicazione, nel suo più ampio significato, è composta da due tipologie di linguaggio: la comunicazione verbale e quella non verbale.                    

La mia intenzione ora è quella di fornirti qualche elemento della comunicazione non verbale contribuendo, nei limiti della mie conoscenze e possibilità, a renderti una persona più consapevole dei propri mezzi, nella veste sia di colui che comunica e sia in quella di colui che recepisce il messaggio.

ELEMENTI DELLA COMUNICAZIONE NON VERBALE

Il contatto visivo

Il contatto visivo ci comunica tante cose, a partire dalla semplice attrazione nei confronti di una persona sino al più ostile disinteresse verso ciò che l’interlocutore sta dicendo.

Se lo sguardo risulta essere fisso quello che trasmetteremo all’interlocutore sarà sicurezza e decisione nei suoi confronti. Tuttavia ,a volte, vale la pena regolare il contatto in modo tale da non intidimidire chi ci sta ascoltando.

Al contrario, se lo sguardo è sfuggente comunicheremo insicurezza e timidezza/imbarazzo, elementi che comunque vengono concepiti come negativi nell’ambiente del lavoro. Il contatto visivo, infine, è importante anche per mantenere il flusso della conversazione e per misurare i tempi di risposta dell’altra persona.

 

 

 Le mani

Le gestualità delle mani comunicano più di quanto si possa immaginare.

Uno dei segnali che è possibile recepire dai gesti compiuti con le mani è quello della menzogna. Esistono diversi modi per individuare una possibile bugia comunicata dal nostro interlocutore. In primis il semplice tocco del naso che, ripetuto uno o più volte, ci indica che probabilmente chi sta compiendo il gesto è un potenziale “bugiardo”. Anche coprirsi la bocca ed allentare il colletto della propria camicia, nonostante siano indicatori meno frequenti, possono rivelare se il colloquiato mente o meno.

Un altro messaggio che la gestualità delle mani può inviarci è il disinteresse della persona che abbiamo di fronte riguardo ad uno specifico discorso. Questo segnale giunge a noi nel caso l’interlocutore si sfreghi l’occhio o comunque la zona circostante. 

 

La postura

La postura trasmette segnali riguardanti soprattutto lo stato d’animo della persona e l’immagine che ognuno ha di se.

Un individuo sicuro dei propri mezzi e/o interessato all’argomento oggetto di discussione assumerà una postura eretta e rilassata, con il corpo leggermente protratto in avanti. Nella classe delle posture erette si può annoverare la posizione che assumerà la tipica persona depressa, il cui corpo si protrarrà verso il basso con la testa piegata in avanti, le ginocchia saranno serrate ed il petto andrà a formare una “conca”.

Per quanto riguarda le posizioni da seduto, posizionarsi sull’estremità anteriore della sedia indica un certo senso di disagio provato dal soggetto. Invece, l’atto di sedersi con il corpo appoggiato allo schienale può rivelarci il desiderio della persona di stare comoda anche se, aggiungendo un po’ di malizia alla nostra interpretazione, può suggerirci che l’individuo con cui stiamo parlando si senta superiore a noi, specie se tiene il mento alto.

GESTIRE E MIGLIORARE LA CNV

Per gestire al meglio la comunicazione non verbale è necessario avere la piena consapevolezza del proprio stato emotivo e di come esso si ripercuote sulle nostre azioni. Essere empatici ed emotivi aiuta a comprendere questo processo, oltre che facilitare notevolmente la lettura delle emozioni del nostro interlocutore.

Ne consegue che per migliorare la propria comunicazione non verbale bisogna essere concentrati totalmente su entrambe le tipologie di linguaggio che noi trasmettiamo (verbale e non) e cercare di potenziare la propria empatia ed emotività.

Gli indicatori riportati qui sopra possono comunicarci in maniera veritiera il relativo segnale emesso inconsciamente dall’individuo, tuttavia non sono esaustivi e debbono essere presi con le c.d. pinze dal momento che possono essere il frutto del caso. Pertanto il mio consiglio da studente non esperto ma affascinato da questo mondo è quello di cercare di individuare la presenza di più segnali che ci indirizzino verso uno specifico stato d’animo o comportamento del nostro interlocutore e attuare tutti gli accorgimenti del caso per migliorare o mantenere solida la conversazione che stiamo affrontando.

 

 

Fonti:

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                                                                                                                                                                                                                                                         Jacopo Palmieri

 

 

Jacopo Palmieri

Laureando in Economia

Tirocinante presso Assoform Romagna e Unimpiego Confindustria Rimini

- Ricerca e selezione del personale;

- Progettazione e gestione corsi di formazione.

- Web Marketing

e-mail: jacopo.palmieri@hotmail.it 

 

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