Noi Centauri Moderni

Friedrich Nietzsche in uno dei suoi primi scritti giovanili Lo stato Greco definiva l’uomo degli anni '70 dell'Ottocento come un centauro, ossia un essere favoloso che è diviso e frammentato interiormente. Frammentato e diviso perché noi uomini non siamo noiosi blocchi monolitici, ma ricchi, in quanto continuamente presi da ansie, paure, aspettative e desideri…abbiamo, insomma, mille facce. Ecco, io credo che tutti i ragazzi e le ragazze che come me, da studenti universitari o delle superiori, provano a lanciarsi nella nuova, lontana e complessa realtà che è “il mondo del lavoro”, si scoprano un po’ centauri.

Questa esperienza per alcuni versi può apparire fastidiosa e seccante, specialmente quando ad emergere sono aspetti negativi della propria personalità come l’inadeguatezza e l’insicurezza. essa costituisce, tuttavia, il punto di partenza, come descrive in modo geniale Brunori Sas nelle battute finali della sua canzone Il costume da Torero che precedono la descrizione di uno stato quasi depressivo: Non sarò mai abbastanza cinico// Da smettere di credere// Che il mondo possa essere Migliore di com' è// Ma non sarò neanche tanto stupido//Da credere//Che il mondo possa crescere// Se non parto da me.

Partendo proprio da me, come dice Brunori, quindi dai miei desideri e dai miei interessi, ho deciso, di sfruttare l’opportunità di stage offerto dalla mia università e cominciare un tirocinio in Assoform Romagna. Volevo, infatti, conoscere da più vicino l’ambito delle risorse umane che da sempre mi affascina, per la ricchezza che l’idea di “risorsa umana” trasmette.  

In primo luogo, considerare l’uomo come una risorsa significa prendere consapevolezza del fatto che ogni individuo ha una dignità in quanto tale che non coincide solamente con le sue prestazioni e competenze, ma egli è una risorsa per il fatto di esistere. In secondo luogo il termine risorsa deriva dal verbo latino “surgo/is” che, tra i vari significati, prevede anche il concetto di diventar grandi e crescere. Il vasto campo delle risorse umane, infatti, non si limita alla sola selezione, ma si occupa anche della crescita del personale. Sicuramente, l’uomo risorsa dovrà apprendere e sviluppare nuove di competenze tecniche, ma soprattutto dovrà essere disposto a crescere umanamente: imparare una flessibilità mentale per far propria la cultura aziendale o essere disposto ad entrare in rapporto con i colleghi. Proprio nel rapporto con i colleghi, quindi, entrando nel campo dell’intersoggettività, ogni uomo può prendere consapevolezza di sé. Ogni essere umano, infatti, come testimonia Hegel nella Fenomenologia dello spirito, può compiere la propria umanità solo quando viene riconosciuto e accolto come “risorsa” da un altro essere umano. La dinamica del riconoscimento, credo, sia il punto di partenza di qualsiasi tipo di rapporto umano (amicizia, rapporto affettivo o tra colleghi); essa, inoltre, ci fa toccare da vicino il tema della libertà. Ogni individuo, infatti, nel momento in cui chiede implicitamente o esplicitamente di essere riconosciuto, o che il proprio lavoro venga riconosciuto, si espone al rischio del mancato riconoscimento. Ogni uomo, infatti, nasce naturalmente libero, libero di riconoscere e farsi riconoscere, così ad esempio il neonato viene introdotto alla realtà e quindi impara a conoscerla; egli impara a conoscere perché viene riconosciuto come figlio dagli individui che chiama madre o padre.

Infine, ciò che desta maggiormente la mia curiosità, è cercar di capire quali sono i criteri con cui un’azienda cerca “la persona giusta”, quindi, qualcuno che possa permettere all’azienda di crescere.

Per saperne di più ti consiglio: "Nessun campione ha mai vinto una partita giocando da solo"

 

 

Giacomo Zavatta(cebit)

Selezione del personale per Unimpiego Rimini Confindustria

Progettazione e tutoraggio di attività formative per Assoform Romagna

Tirocinante in Web Marketing per Assoform Romagna ed aziende associate a Confindustria Rimini

Rappresentante degli studenti

E-mail: zavattagiacomo96@gmail.com

    

    

 

 

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