‘’Nessun campione ha mai vinto una partita giocando da solo! ’’

Selezionare ed assumere una nuova risorsa può sembrare, apparentemente, un processo lineare e di successo, perchè una volta trovato il candidato ideale il più è fatto: si procede con la definizione del contratto e l’inserimento in azienda. Purtroppo però non sono rari i casi in cui il lavoratore decide in prima persona di dimettersi, destando stupore e delusione nella dirigenza. 

Da un punto di vista economico, questo crea delle perdite considerevoli, dal momento che si dovrà riiniziare il processo da capo (reclutamento, selezione ed inserimento) e la spesa sarà raddoppiata, senza contare che la posizione precedentemente aperta ritornerà ad essere tale per parecchio tempo.

Perché questo accade? Cosa può essere andato storto?

Di seguito verranno riportati alcuni aspetti critici cui un imprenditore o un responsabile dovrebbe fare attenzione per aver più possibilità di successo.   Innanzitutto, potrebbe essere utile pensare all’azienda come ad una squadra sportiva che ha, al suo interno, un proprio sistema di norme e regole stabilite, tacite ed esplicite.

Il primo aspetto critico nell’inserimento è:

1. Adesione alla cultura aziendale

 Ciò significa che la persona deve fare propri i valori, le attitudini e le conoscenze necessarie per poter diventare membro attivo ed effettivo del sistema sociale in cui viene inserito. Questo aspetto molto spesso viene sottovalutato o ignorato, ma il senso di appartenenza ad una realtà e il sentirsi membro di un team di lavoro all’interno di un’azienda è molto importante per il lavoratore ed è quindi fondamentale che il nuovo arrivato si senta un giocatore indispensabile per il successo della squadra.  Per tale motivo, è importante sensibilizzare il nuovo candidato circa i valori aziendali, la mission e la vision dell’impresa.

 

 


 

 

2. Gestire le dinamiche di gruppo

In questa fase è importante introdurre il nuovo candidato in maniera chiara e trasparente agli altri lavoratori, chiarirne il ruolo ed evitare di lasciare a libera interpretazione i motivi dell’assunzione. Il gruppo dei pari, infatti, può essere determinante nell’ inserimento, dal momento che controlla sia le ricompense in termini strumentali (scambi di conoscenze tecniche, modalità di valutare le situazioni. ecc.), sia in termini espressivi (approvazione e stima). 

Riprendendo la metafora sportiva: nessun campione ha mai vinto una partita giocando da solo, senza lavoro di squadra non ci sono risultati. E’ quindi indispensabile promuovere il Team Building.

 

 

 

 3. Monitorare il processo di inserimento

Gli esiti del processo di inserimento possono essere di due tipi: o fallimentari, o positivi. Nel primo caso può succedere che la persona non si trovi in linea con i valori aziendali e si inneschi un atteggiamento di sfida; o che si conformi a tal punto da accettare il sistema di norme e regole aziendali in maniera totalmente passiva, diventandone succube. Nel secondo caso, invece, il nuovo assunto assume un atteggiamento positivo e di aderimento alla cultura aziendale ma caratterizzato dalla capacità di ridefinire le regole e le logiche comportamentali, a seconda delle situazioni, sempre in vista dell’obiettivo aziendale. In linea generale, l’esito dell’inserimento dipende dalla capacità di creare un minimo comune denominatore tra la risorsa e i valori dell’organizzazione, avviando un vero e proprio processo di socializzazione lavorativa.

 

 

 

Alcuni metodi che possono favorire un buon esito dell’inserimento sono:

  • Una selezione accurata dei candidati, per valutare il perfetto match tra i valori aziendali ed i valori della persona; 
  • Una formazione iniziale che permetta alla persona di ambientarsi e prendere consapevolezza sulla nuova realtà in cui è inserita, accompagnata da una prima fase di affiancamento, per esempio con l’assegnazione di un tutor: questo è utile perché permette alla persona di rivolgersi ad un referente per qualsiasi dubbio o necessità e che funge da intermediario tra i colleghi ed il nuovo arrivato.
  • Una politica di trasparenza, sia per la nuova risorsa, sia per i colleghi, al fine di evitare incomprensioni o creare rivalità. Come in ogni squadra sportiva infatti è necessario che sia presente un allenatore, ovvero una figura che riconosca le potenzialità e i limiti della propria squadra e lavori per farla crescere continuamente. L’importanza della gestione dei team non deve mai essere sottovalutata perché è alla base del benessere organizzativo e quindi della produttività aziendale. A tale riguardo non è rara la situazione in cui si decide per una selezione esterna quando internamente c’è una figura che ha interesse ad una job rotation, senza che la dirigenza ne sia al corrente. 

La conseguenza è evidente: delusione e malcontento che il più delle volte portano ad insoddisfazione lavorativa e a un forte decremento della prestazione lavorativa.

Per concludere con la metafora sportiva, si potrebbe dire che l'inserimento lavorativo determina non solo il successo della nuova risorsa, ma anche dell'azienda in cui è inserita.

Infatti: Se non c’è coesione e collaborazione non c’è squadra, e senza squadra non ci sono vittorie.

 

 

 

 

 

 

 

Fonti consultate:

Schein, E. H. “Organizational Socialization and the Profession of Management”;

“Nelle organizzazioni come nello sport” 

 

 

            

Ginevra Canapeti              

Tirocinante in Selezione del personale per Unimpiego Rimini Confindustria, Web Marketing per Assoform Romagna ed aziende associate a Confindustria Romagna

E-mail: ginevra.canapeti@gmail.com

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